Come leggere la natura e le sue forme? Come comprendere l’intricata relazione tra uomo e ambiente? Fu Leonardo, in anticipo di secoli, a intuire le regole della natura. I suoi studi sulla botanica, sconosciuti a molti, partono dall’osservazione. E come osservatore, il Maestro si basa sull’esperienza. Studia le forme, le strutture e i processi di trasformazione. E così scopre che le foglie crescono seguendo leggi mirate a favorire il rifornimento della luce, che le piante usano delle strategie per assorbire acqua dalla terra e trasferirla alle estremità, capisce che il numero di cerchi del tronco definisce l’età dell’albero. Seguendo l’esempio di Leonardo, la sua visione sistemica ed ecologica, il suo profondo rispetto per tutte le forme viventi, la sua lettura del rapporto tra uomo e natura non come dominante e dominato ma come connessione armonica, quarantanni fa nasce Aboca. L’azienda si fonda sul principio dell’equilibrio tra uomo e natura e attraverso la ricerca sulle piante officinali e lo studio scientifico del loro utilizzo, con uno sguardo sempre attento alla tutela dell’ambiente, diventa leader nel mondo per la composizione e la commercializzazione di prodotti a base di complessi molecolari vegetali per la salute e il benessere dell’uomo.

Sansepolcro e Aboca Museum

Siamo a Sansepolcro, uno scrigno nell’alta Val Tiberina. Pare che la sua fondazione abbia un che di mitico: sembrerebbe infatti che due pellegrini reduci dalla Terrasanta eressero qui nel 934 un oratorio in cui custodire le reliquie del Santo Sepolcro. E proprio su questo oratorio sarebbe sorto il nucleo originario del borgo. Il suo centro storico è circondato da mura cinquecentesche a un tratto interrotte da una fortezza medicea, nei suoi vicoli, a cui si alternano spazi su cui affacciano palazzi signorili in pietra serena, si respira appieno, ancora, l’atmosfera rinascimentale. E poi il paese ha dato i natali a Piero della Francesca, il pittore che inventò la prospettiva: il Museo civico ne custodisce uno straordinario nucleo di dipinti ed è poi visitabile la casa, ricca di affreschi e sede della Fondazione intitolata all’artista. È in questo contesto così pregno di storia e cultura che, all’interno del Palazzo Bourbon del Monte, si inserisce Aboca Museum, istituito per raccontare secoli di studi sulle piante e sulla loro applicazione in medicina e in omeopatia. Un luogo in cui si viene pervasi da odori e profumi, in cui la percezione olfattiva è stimolata da erbe, spezie, fiori e piante, un luogo in cui la botanica diventa tangibile.

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I dintorni

A breve distanza da Sansepolcro e da Aboca Museum ci sono altri due gioielli che vale la pena visitare. Inoltrandosi da Sansepolcro all’interno della regione, il primo è Anghiari. Bandiera arancione del TCI (marchio di qualità turistico-ambientale che premia l’eccellenza dei piccoli borghi dell’entroterra), Anghiari sta in alto, su uno sperone tra il torrente Sovara e la val Tiberina e mostra il suo passato medievale nell’impianto urbano ancora integro: vicoli e piazzette, palazzi rinascimentali e case medievali. Il borgo è celebre soprattutto per la sua battaglia, che nel 1440 i fiorentini vinsero sulle milizie viscontee, e che Leonardo ebbe il compito di fare rivivere in una pittura murale purtroppo non sopravvissuta. Una visita al Museo della battaglia e di Anghiari vi chiarirà quanto successe durante il sanguinolento evento legato indissolubilmente alla storia del luogo. Poi c’è Arezzo, una delle città più belle della Toscana. Dipinta benissimo da Roberto Benigni nel film da Oscar La Vita è Bella, offre spazi magnifici da inquadrare. A partire da piazza Grande, con la sua geometria irregolare e la pendenza che segue l’andamento del terreno: nel Medioevo era luogo di incontro, mercati e affari, tradizione che si perpetua tutt’oggi, insieme allo svolgimento dei principali eventi, come la Giostra del Saracino, il gioco cavalleresco in cui si sfidano i quattro rioni della città, e la Fiera antiquaria. Poi ci sono gli edifici medievali e le case, le torri, i portici del palazzo delle Logge. E piazza San Francesco con la sua basilica, che conserva ammirevoli opere di Piero della Francesca: la cappella Bacci con il ciclo di affreschi e Storie della Vera Croce.

 

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