L’eredità Generali: un’immersione nella storia internazionale di Trieste

Stretta tra il mare e le rocce carsiche, Trieste ha dalla sua il rigore asburgico, la sensualità mediterranea e qualche nota orientale. Una città dai tanti volti, che si svelano in piazze e scorci scompigliati dalla bora. È la città che detiene il record europeo della più grande piazza aperta sul mare, Piazza Unità d’Italia, magnifica quinta teatrale e architettonica. Del Molo Audace, che si protende sul mare, meta di passeggiate a bordo d’acqua. Del castello di San Giusto che domina il golfo. Dei vicoli marinari della zona Cavana. Del Castello di Miramare, antica residenza da mille e una notte. Dei caffè storici. Del Canal Grande, con le sue barchette placidamente a mollo, con Sant’Antonio Nuovo e la chiesa serbo ortodossa di San Spiridione sullo sfondo e, poco distanti, la Sinagoga e la Chiesa di San Nicolò, di rito greco, e che si insinua nel Borgo Teresiano, quartiere settecentesco voluto da Maria Teresa d’Asburgo.

 

È proprio in virtù del fatto che Trieste fosse hub commerciale dell’Impero Asburgico che vi nacque, nel 1831, Generali, nome che rispecchia l’estensione dell’attività a tutti i rami assicurativi: incendi, infortuni, trasporti, vita, grandine. Compagnia dall’ampio respiro finanziario, operativo e geografico, si inserì velocemente nel panorama economico e geopolitico della città. Tra i fondatori vi erano titolari di case di commercio e imprenditori, attivi a Trieste e nell’Impero ma anche in Italia. Il contesto mitteleuropeo fu veicolo di una rapida espansione in Europa e nel mondo: già da fine Ottocento la Compagnia assunse la fisionomia di “gruppo” (allora non comune), con società controllate e partecipate distribuite tra l’Italia, l’Europa centrale e in seguito in tutti i continenti. Una storia lunga e prolifica che ha lasciato un’eredità culturale e artistica importante. Un’eredità di inestimabile valore e bellezza fatta di dipinti, sculture e palazzi, che testimonia un investimento costante di Generali nella cultura nell’arco della sua plurisecolare attività assicurativa.

 

Palazzo Geiringer e la collezione d’arte

La sede storica, nel borgo Teresiano, è palazzo Geiringer (dal nome dell’architetto che l’ha progettato), costruito su misura, tra il 1884 e il 1886, per ospitare gli uffici della direzione centrale. Un edificio che combina elementi rinascimentali e neoellenistici, in una sintesi eclettica tipica del tardo XIX secolo.

Dentro, decorazioni in stile eclettico viennese in pietra calcarea, e al piano nobile ambienti ricchi di storia in cui sono esposte a rotazione periodica pregevoli opere del patrimonio culturale Generali, affiche e manifesti di artisti come Marcello Dudovich, Gino Boccasile e Achille Beltrame. E ancora, la stanza del presidente decorata da un giovane Carlo Bonanni in stile raffaellesco, la sala in cui stupiscono i busti in marmo dei presidenti che si sono succeduti e il salone delle assemblee, con un ampio soffitto vetrato a cassettoni con lastre di cristallo finemente decorate e con il gruppo scultoreo realizzato nel 1888 da Ivan Rendić, raffigurante l’allegoria della Previdenza. Il rapporto con il territorio e i mutamenti artistici del tempo si pssono rintracciare nella collezione fortemente legata all’arte italiana del XX secolo, con particolare sensibilità all’acquisizione di pittori locali come Eugenio Scomparini, Arturo Rietti, Gino Parin, Livio Rosignano, Nicola Sponza, Giovanni Zangranfo, Carlo Sbisà, scultori come Ugo Carà e Marcello Mascherini.

Palazzo Berlam e l’Archivio storico

L’Archivio storico è ospitato nell’iconico Palazzo Berlam, o grattacielo rosso, uno dei palazzi più belli della Trieste novecentesca, situato in piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, nel punto d’incontro fra il canal Grande e le rive. Fu costruito fra il 1926 e il 1928 su progetto dell’architetto triestino Arduino Berlam. Acquisito da Generali nel 1932, l’edificio, concepito guardando ai nuovi grattacieli di New York in mattoni rossi e traendo ispirazione dalle avanguardie artistiche come la Wiener Secession e l’espressionismo nordico, rappresenta uno dei migliori esempi di architettura modernista di Trieste.

L’archivio custodisce e valorizza la documentazione prodotta dalla Direzione centrale di Trieste sin dalla fondazione: le pionieristiche infografiche ottocentesche sulla grandine in Italia, le polizze stipulate dai papi Pio X e Giovanni XXIII o quella di Carlo I d’Asburgo, album fotografici, memorie illustrate che ricordano la partecipazione alle esposizioni universali e diplomi giubilari che celebrano anniversari, le parole di Kafka, impiegato negli uffici di Praga, i documenti che raccontano l’apertura del Canale di Suez e quelli di Umberto Nobile per la storica spedizione scientifica al Polo Nord e, ancora, l’assicurazione spaziale. Fili che da ogni angolo del pianeta e ogni piega della Storia convergono verso l’Alto Adriatico, verso Trieste.

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