Quasi 160 anni di storia. Poste Italiane, nata nel 1862 come Regie Poste, ha messo in rete l’intero Paese quando ancora la rete (internet) che oggi ci unisce istantaneamente con e-mail, social media, app di messaggistica istantanea, non esisteva.  Durante le due guerre mondiali, Poste ha unito soldati e famiglie con la spedizione pacchi, lettere e cartoline. Poi sono arrivati i vaglia per le transazioni e i pagamenti, i libretti di risparmio, i buoni fruttiferi, contribuendo in modo attivo alla crescita del Paese.

L’Archivio Storico e il patrimonio artistico

L’Archivio Storico di Poste, con sede nel palazzo di piazza Bologna a Roma, preserva e valorizza la memoria storica aziendale attraverso foto, filmati, documenti storici e pubblicazioni. Ma non solo. Il patrimonio di Poste si compone anche di palazzi che sin dal principio hanno rappresentato il luogo degli affetti e degli affari, luoghi in cui prendevano forma e si sviluppavano relazioni personali ed economiche, amicizie e commerci, questioni di denaro e questioni di cuore.

Si tratta di edifici di grande pregio architettonico progettati da ingegneri e architetti come Angiolo Mazzoni, Adalberto Libera, Marcello Piacentini, Roberto Narducci, Cesare Bazzani, Franco Petrucci, Giuseppe Vaccaro.

Edifici monumentali impreziositi da elementi di design e opere d’arte spesso appositamente commissionate: i mosaici di Gino Severini ad Alessandria e quelli di Fillìa e di Prampolini a La Spezia, i quadri di Benedetta Cappa Marinetti a Palermo, le opere pittoriche di Guglielmo Sansoni (Tato) a Gorizia e a Palermo, di Gino Severini ad Alessandria, di Mario Sironi a Bergamo, di Guido Cadorin e Matilde Festa Piacentini a Gorizia, e le sculture di Domenico Ponzi a Palermo e a Grosseto, Arturo Martini a Napoli, Napoleone Martinuzzi a Bergamo.

Un patrimonio artistico importante che Poste Italiane valorizza con incontri, esposizioni fotografie, proiezione di filmati e open day. Lo fa dalla sede dell’archivio, nel Palazzo delle Poste di piazza Bologna a Roma, progettato dall’architetto Mario Ridolfi con l’architetto Mario Fagiolo, inaugurato nel 1935. L’edificio è una pietra miliare dell’architettura moderna: la facciata sobria e linee sinuose avveniristiche celano soluzioni progettuali e costruttive all’avanguardia. È una delle migliori espressioni del Razionalismo, corrente progettuale caratterizzata dall’eliminazione degli elementi decorativi, la semplificazione delle forme a volumi puri, l’utilizzo di colori fondamentali e l’uso di materiali innovativi come il cemento armato, il vetro e l’acciaio.

 

 

Articolo redatto in collaborazione con

Condividi con