Vedi Napoli e poi puoi pure morire. Che tanto di bellezza han fatto il pieno gli occhi. Un’identità potente, uno spirito fiero, un’architettura decadente che nasconde cortili barocchi, cappelle o santuari. Ragazzi e bambini in mezz ‘a via, le voci alte dei vicoli. Strade sporche e chiassose e dietro l’angolo viali da sogno. I panorami mozzafiato sul Vesuvio, sul mare e sulle isole del Golfo. I murales che colorano i quartieri spagnoli e l’idolo di Maradona, sui muri e nelle edicole votive dedicate a lui. Quel sentimento profondo negli occhi dei napoletani, orgogliosi di questa città così estrema, irrisolta, eppure raffinata, colta e meravigliosa. Una città che nel secolo scorso ha incantato personalità come Hemingway, Neruda e Warhol, e che oggi continua ad affascinare turisti da tutto il globo. Ma il fascino di Napoli non si esaurisce qui: c’è tanto altro da raccontare, come storie curiose, misteri e leggende che si sono intrecciati nel corso dei secoli e che oggi possono essere ascoltati durante una visita a IlCartastorie, il Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli della Fondazione Banco di Napoli.

IlCartastorie - Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli

In pieno centro storico, in via dei Tribunali, l’antico Palazzo Ricca è la sede del Museo e dell’archivio del Banco di Napoli, nato per valorizzare il grandissimo patrimonio degli antichi banchi pubblici napoletani. Milioni di documenti originali, a partire da metà del ‘500, raccontano storie inedite della città e dei personaggi che l’hanno vissuta. Scritture e registri, liste dei clienti, i libri maggiori con i movimenti dei conti e le fedi di credito (che oggi chiameremmo assegni circolari) a cui si accompagnano pagine e pagine di causali di pagamento descritte con tanta minuzia. Si legge per esempio di pagamenti effettuati per trasporti di merce, vino, affitto, prestazioni mediche, opere d’arte. Una vera immersione nella Napoli di tanti secoli fa.

Una ricchezza storica e culturale unica che si è ritenuto doveroso divulgare attraverso IlCartastorie. Nello spazio museale, il percorso multimediale permanente Kaleidos realizzato da Stefano Gargiulo | Kaos Produzioni, accompagna in un labirinto di stanze ricolme di tomi e grandi rotoli di carta mentre immagini e suoni avvolgono i sensi. Qui si racconta di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, illuminato e affascinante personaggio del Settecento, che alcuni vollero alchimista o, nientemeno, stregone. Tuttavia, l’archivio porta a galla la realtà. E fa crollare la credenza popolare che il magnifico velo in marmo del Cristo Velato custodito nella cappella Sansevero fosse frutto di un oscuro sortilegio. L’opera fu interamente realizzata da Giuseppe Sanmartino. La prova schiacciante è la causale di pagamento con cui Raimondo di Sangro ha commissionato a Sanmartino l’opera per 500 ducati. Anche la sala interattiva Angolo Cuomo offre contenuti multimediali ricchi di curiosità. Come quello del mistero che aleggia intorno alla Pala Radolovich, un dipinto commissionato a Caravaggio da un certo mercante croato (Radolovich, appunto) ma che mai nessuno ha ritrovato. Chissà, forse non è mai stato realizzato. I dettagli della causale di pagamento del 1606 tuttavia, ne hanno restituito un’immagine talmente nitida che si è potuta “ricreare” l’opera.

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