Talvolta edonisti, individualisti, oppure semplicemente di fretta. C’è una tribù di centauri born to be wild che celebra l’abbraccio dell’aria, i profumi e i colori percepiti senza filtri, la sensazione di libertà. Spesso in questi casi la moto non è solo un mezzo di trasporto, ma il prolungamento del corpo e dell’anima del motociclista, che si sente un po’ come Dennis Hopper e Peter Fonda in Easy Rider, durante quel loro il viaggio balordo negli Stati Uniti a cavallo del bobber Billy Bike e del chopper Captain America, due moto customizzate appositamente per la pellicola. Poi esistono i rider che non possono fare a meno dell’alta velocità sulle lingue d’asfalto liscissimo delle piste, quelli dell’enduro ad ogni costo, quelli fedeli a un solo marchio per tutta la vita oppure, ancora, chi monta sulle due ruote solo in città, ma con una certa classe. Personalità che riconoscono nel proprio mezzo un simbolo, uno stile di vita. E tra queste c’è chi le eredita, chi le colleziona, chi le ripara e, soprattutto, chi le produce. L’Italia può vantare un grande patrimonio motoristico costruito e lasciato da aziende che dal primo Dopoguerra hanno fatto conoscere al mondo l’eccellenza del made in Italy, oggi testimoniata nei musei di impresa, luoghi in cui scovare tutti i modelli che hanno fatto la storia delle due ruote italiane.

Fondazione Museo Agusta

Nel 1923 Giovanni Agusta avvia individualmente l’attività di progettazione e costruzione di velivoli, senza tuttavia riuscire a emergere. Dopo la sua prematura scomparsa, nel 1927, sono la moglie e il primogenito Domenico Agusta a ereditare l’impresa e a dare vita alla Costruzioni Aeronautica Giovanni Agusta. Dopo la seconda guerra mondiale, con la proibizione degli alleati alla costruzione di velivoli, la famiglia si vide investire da un periodo piuttosto buio. Ma le officine non rimasero a lungo improduttive: gli Agusta misero in campo passione e conoscenza dei principi della meccanica, e scelsero di diversificare l’offerta, dedicandosi alla produzione di motociclette, che all’epoca stavano vivendo un grande boom. Nasce così, parallelamente all’attività aeronautica, la Meccanica Verghera meglio conosciuta come MV Agusta. L’adozione di tecnologie derivate dalle costruzioni aeronautiche fece la sua parte, consentendo la realizzazione di modelli di grande successo in campo agonistico (basti pensare alle vittorie del più grande motociclista italiano di tutti i tempi, Giacomo Agostini, a cavallo delle MV Agusta). Grazie alla sua dedizione Domenico Agusta riuscì a portare avanti un progetto comune con i suoi operai, tecnici e piloti, sempre sostenendoli e trasmettendo loro la sua passione per la motoristica. Ed è proprio da queste persone, riunite nel Gruppo Lavoratori Anziani dell’Azienda, che è nato nel 2002 il Museo Agusta, a Cascina Costa di Samarate (in provincia di Varese, il comune fa parte del circuito Città dei Motori), una struttura viva e dinamica, polo di riferimento per la cultura industriale e testimonianza dell’eccellenza italiana nel mondo. Prototipi, modelli e ricostruzioni in scala naturale o ridotta di aerei, elicotteri, moto, componenti, che ripercorrono un secolo di storia dell’industria meccanica e aeronautica italiana. Accanto alla sede museale è l’Archivio Storico aziendale che raccoglie documenti, foto, disegni e filmati. Il Museo e Archivio Storico Augusta fanno oggi parte della rete museale di Leonardo S.p.A

Museo Ducati, Bologna

È in Emilia-Romagna, si chiama Motor Valley, ed è il distretto industriale d’eccellenza per la motoristica. Non è un caso che i più grandi campioni italiani di motociclismo vengano proprio da questa pianura (Masetti, Pasolini, Capirossi, Dovizioso, Simoncelli). E se pensiamo alle due ruote, quelle con marmitte cilindriche e affusolate, alle gare adrenaliniche della MotoGp, dove i sorpassi sono da brividi e nelle curve si raggiungono livelli di inclinazione stupefacenti, allora bisogna andare a Bologna, nella zona operaia di Borgo Panigale, in cui la Ducati ha il suo headquarters. La storia dell’azienda inizia nel 1926, quando tre fratelli, Adriano, Bruno e Marcello Ducati, nel 1926 hanno a disposizione una cantina a Bologna, e lì si danno da fare per produrre un condensatore. Decidono di fondare una società produttrice di antenne radio, comunicazione interfonica, proiettori, macchine fotografiche, rasoi elettrici. Vent’anni dopo realizzano Cucciolo, un motore monocilindrico da montare su una bicicletta. Da qui in poi è avviata e sempre più incrementata la produzione di motociclette, quelle rosse, lucide, ruggenti. Ducati diventa l’unico competitor italiano delle grosse cilindrate giapponesi, fiera bandiera italiana della produzione di moto nel mondo. Il museo, che racconta gli oltre 90 anni di vita e successi della Ducati tra modelli storici e attuali, di serie e del racing, è un luogo in cui modernità e storia convivono in perfetto equilibrio.

 

Museo e Archivio Storico Piaggio

Dici Piaggio dici Vespa. Vacanze romane. Icona di stile dal 1946. Però Piaggio ha origini ben più antiche. È sul mercato dal 1884, quando a Sestri Ponente il figlio di Enrico Piaggio, Rinaldo, dà vita a una società produttrice di arredamento navale. Da allora l’azienda ha segnato la sua presenza in mare, in terra, in cielo, su tutti i mezzi di locomozione. La storia di Piaggio è la storia di un’intera civiltà di trasporti: arredi per piroscafi e transatlantici, traversine per le ferrovie, vagoni, aerei, imbarcazioni da diporto e militari, eliche, autobus, cabine per funivie e funicolari e poi Vespa, Ape e gli scooter. Ma è anche la storia di prodotti e di uomini, testimonianza della perfetta combinazione di competenze e risultati, uomini e tecnologie, innovazione e managerialità. E il Museo Piaggio – che è insieme fondazione, archivio storico e museo, ricavato in uno dei corpi di fabbrica più antichi del quartier generale di Pontedera (comune associato a Città dei Motori) – racconta tutto questo. Racconta l’ingegno e l’imprenditorialità, la laboriosità di generazioni impegnate nella fatica quotidiana della fabbrica. Racconta l’evoluzione di uno scooter che dalla sua prima messa su strada a oggi ha sempre rappresentato uno stile di vita più che un mezzo di trasporto.

Museo Guzzi

È il 15 marzo del 1921, e a Genova nasce Moto Guzzi, la realizzazione del sogno di tre aviatori reduci dalla Prima guerra mondiale: Carlo Guzzi, Giorgio Parodi e Giovanni Ravelli. Sono i primi due ad avviare l’azienda, il terzo muore tragicamente precipitando da un velivolo durante un collaudo. Ed è proprio a Giovanni Ravelli che viene dedicata l’aquila simbolo delle motociclette. Le sommosse che marchiano Genova nel Biennio Rosso rendono impossibile stabilire la fabbrica nel capoluogo ligure e i due soci decidono di trasferirsi nella tranquilla provincia comasca, a Mandello del Lario (comune appartenente all’associazione Città dei Motori). Moto Guzzi si è distinta nel panorama motoristico per la qualità, la potenza e l’affidabilità delle sue motociclette, diventando icona di uno stile tutto italiano.  Oggi il Museo Guzzi espone esemplari unici, come la prima moto costruita da Carlo Guzzi nel 1919, oltre a 180 modelli che, insieme alla narrazione della storia del brand, offrono uno spaccato dell’evoluzione sociale ed economica del nostro Paese.

 

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