A Castel Gandolfo e a Milano, i luoghi di memoria storica di due aziende che hanno fatto della tutela ambientale la loro bandiera

 

“Ambiente non è solo un’atmosfera, una rogna nelle mani di chi resta […] è il padrone della festa” cantava il trio SiIvestri-Fabi-Gazzè. Niente di più vero, tanto che la tutela ambientale compare tra i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Altrove, ma non troppo lontano, Greta Thunberg forma gli ecologisti di nuova generazione e Leonardo di Caprio muove le coscienze degli adulti. Due volti noti in prima linea per la difesa di un Pianeta che soffre.

Un’urgenza a cui rispondono bene anche Eni e A2A, che promuovono innovazioni tecnologiche e modalità pulite di sostentamento energetico e che, attraverso le loro “case dell’energia” – l’Archivio Storico Eni e la Fondazione AEM – oltre a preservare la memoria storica di più di un secolo di progresso tecnologico, hanno trovato la strada giusta per sensibilizzare i cittadini alla sostenibilità energetica.

L’energia e l’ambiente sono al centro di progetti didattici e mostre temporanee che affrontano la corsa alle rinnovabili e la decarbonizzazione, passando per il necessario raggiungimento di un ciclo continuo e autosufficiente di raccolta differenziata e la lotta al riscaldamento globale.

Archivio Storico Eni

Il concetto di energia, nelle sue diverse forme, fa da filo rosso ai molteplici percorsi tematici presentati nell’Archivio Storico Eni, allestito dal 2019 negli spazi dell’antica Villa Montecucco a Castel Gandolfo, borgo papale dei Castelli Romani.

Il percorso espositivo ricostruisce la cronaca aziendale di Agip, di Eni e delle società acquisite dal Gruppo nel corso degli anni, oltre a fare emergere la storia dell’industria petrolifera e della politica energetica italiane, e molti aspetti sociali e culturali dell’Italia del Novecento. Negli anni del Dopoguerra l’azienda del “Cane a Sei Zampe” ha traghettato il Paese verso il riscatto economico attraverso la metanizzazione, la nascita delle stazioni di servizio e la ricerca di idrocarburi nelle più remote terre d’Oriente.

Attore indiscusso di questa rinascita sociale fu Enrico Mattei – fondatore di Eni, imprenditore illuminato, partigiano e politico. Lungimirante, Mattei fu capace di creare uno spirito d’impresa condiviso dai dipendenti attraverso politiche di welfare e affiliazione. Per esempio, conscio del riposo necessario ai lavoratori, aprì a loro e alle rispettive famiglie un paio di colonie estive – una sulla riviera romagnola, a Cesenatico, l’altra sulle Dolomiti, a Borca di Cadore. Documenti e immagini recuperate da questi luoghi dismessi di vacanze aziendali rievocano un’epoca che non esiste più. Lo stesso fanno i materiali audiovisivi che testimoniano come Eni diede l’occasione a nuove forme di pubblicità e comunicazione di massa di entrare nelle case degli italiani e nell’immaginario collettivo di un’intera generazione. Ecco allora comparire la regina della tv, Raffaella Carrà, testimonial di Agip nelle puntate del popolare Carosello, e altre scene di commedia impreziosite dalla gestualità di Dario Fo e Franca Rame.

Oggi Eni, oltre a preservare il suo rilevante patrimonio storico, è impegnata nella continua ricerca di tecnologie game changer in grado di generare una svolta nella transizione energetica. L’obiettivo è quello di arrivare entro il 2050 alla totale decarbonizzazione. Una delle le sfide in corso è lo sviluppo della fusione a confinamento magnetico, ovvero la fusione di due atomi leggeri che unendosi emettono energia: una soluzione che, pensata a livello industriale, permetterebbe di generare grandi quantità di energia in modo sicuro, virtualmente illimitato e a zero emissioni.

Castel Gandolfo e il Bernini, artista dell’energia

A fare da corona all’Archivio Storico Eni ci sono i profili dei Colli Albani che accolgono il Parco dei Castelli Romani, dove i pittoreschi borghi, con le loro dimore patrizie e i monumenti del Barocco romano, richiamano migliaia di visitatori. Castel Gandolfo è uno di questi. Un borgo scelto dall’élite ecclesiastica come residenza pontificia già nel 1624 e dove l’energia è declinabile in chiave artistica, grazie ai numerosi lavori del Bernini.

Genio del Seicento Italiano, Gian Lorenzo Bernini fu artista che del movimento di corpi e forme fece la propria cifra stilistica. A Castel Gandolfo, berniniane sono la chiesa barocca di S. Tommaso (1661) e la fontana che decora la piazza antistante il palazzo pontificio. Lo slancio verticale e le forme barocche di questi luoghi danno l’impressione che campanili e sculture si muovano secondo vita propria: con un pizzico d’immaginazione, il dinamismo di queste antiche forme architettoniche potrebbe ricordare il moto continuo di un contemporaneo stabilimento energetico.

Fondazione AEM

Quando nel 1966 Celentano scriveva “Là dove c’era l’erba ora c’è una città” forse non immaginava che quelle decine di industrie che stavano invadendo le periferie milanesi sarebbero diventate oggi luoghi di aggregazione culturale.

A Milano, al numero 3 di Piazza Po, l’edificio di una sottostazione elettrica degli anni Trenta ospita dal 2008 la Fondazione AEM, che oltre a essere cassa di risonanza del patrimonio aziendale di AEM (oggi parte del Gruppo A2A) è un luogo espositivo e di comunicazione che ospita mostre, eventi e seminari attraverso cui si diffonde la memoria aziendale e si divulgano principi fondamentali dello sviluppo sostenibile sensibilizzando attivamente la cittadinanza all’efficienza energetica. Per anni migliaia di studenti delle scuole primarie e secondarie hanno partecipato a rassegne cinematografiche e visite guidate. Parallelamente, numerose esposizioni culturali e attività di formazione professionale si rivolgono invece a un pubblico adulto.

L’impulso alla divulgazione e alla didattica nasce dall’anima archivistica della Fondazione, che con fotografie, documenti e materiale audiovisivo racconta la storia aziendale e testimonia la sinergia che da sempre esiste tra l’azienda e la città.

Risuonano le note di Jannacci e Fo, che si esibirono nel 1964 presso il Comitato Culturale AEM; fanno eco gli schizzi della fontana di piazza Castello, installata da AEM nel lontano 1940; si ricorda la “Nevicata del Secolo” del gennaio 1985, durante la quale AEM operò ventimila interventi in quindici giorni per garantire un’adeguata copertura di gas nelle case dei milanesi.

Oggi in fase di restyling, la Fondazione si sta preparando a diventare un futuro museo d’impresa sulla storia di AEM, che accoglierà anche progetti innovativi sul fronte didattico-culturale.

City Life tra futurismo e sostenibilità

Non troppo distanti dalla Fondazione AEM scintillano le luci del distretto CityLife, nato nell’area dell’ex Fiera Campionaria. Una cordata di investitori ha messo le mani su questi terreni pianificando un intero e avveniristico quartiere. Un luogo in cui si respirano contemporaneità, energia e dinamismo. I grattacieli progettati da Arata Isozaki (il Dritto), Zaha Hadid (lo Storto) e Daniel Libeskind (il Curvo), sedi di tre grandi aziende, hanno ridisegnato lo skyline di Milano. Il centro commerciale è diventato un altro punto di riferimento per lo shopping meneghino. I prati e i giardini attrezzati del parco rappresentano un nuovo luogo di aggregazione per i milanesi di tutte le età.

A movimentare ancora il paesaggio ci sono le sinuose residenze della Hadid e quelle ritmiche di Libeskind, realizzate secondo criteri di ottimizzazione energetica, uso razionale delle risorse e rispetto ambientale.

 

 

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