Forme, colori e odori. Tanti e diversi, ma in perfetto equilibrio tra loro. Facile trovare suggestioni nelle Marche. Facile capire come la regione abbia ispirato i geni di Leopardi e Raffaello, Rossini e Pergolesi. Volti noti a parte, se è già il territorio a esercitare un ascendente sui marchigiani, sono gli stessi abitanti ad avere dalla loro una natura laboriosa che li lega fortemente alle antiche tradizioni artigiane. Tradizioni che corrono parallele all’innovazione e che hanno fatto del saper fare marchigiano un unicum. In un Dopoguerra fatto di povertà, qui si sono inventati un’industria che non c’era, puntando tutto sulla qualità. Gli artigiani sono diventati imprenditori, sono nati i brand e a seguire i distretti industriali, spesso localizzati in aree precise a seconda della specializzazione produttiva. Una realtà consolidata negli anni ’70 e ’80, che ha raggiunto punte di eccellenza in molti settori, tra cui il design, quello del mobile e quello della luce, quello di Poltrona Frau e quello di iGuzzini. Quindi se arrivate qui, sappiate che le Marche non sono fatte solo di retaggi di un passato importante, che ancora vive nelle città e nei borghi medievali come nelle botteghe e nei laboratori artigiani, ma anche di modernità, tecnologia e stile. Da Tolentino a Loreto passando per Macerata e Recanati, preparatevi a guardare le Marche con occhi nuovi.

iGuzzini illuminazione

È proprio a Recanati che, nel 1959, Giovanni Guzzini decide di adibire un locale della propria abitazione a laboratorio e fonda Harvey Creazioni, poi iGuzzini illuminazione, gettando così le fondamenta di un brand che ha fatto la storia dell’illuminazione. L’azienda ha da sempre collaborato con i migliori architetti, lighting designer e studi di ingegneria per realizzare progetti di illuminazione avanzati e performanti, in grado di valorizzare architetture e spazi. Ha portato la luce nelle città e nelle infrastrutture, nei luoghi della cultura, del lavoro, del retail e dell’hospitality & living. E in sincronia con i cambiamenti e le evoluzioni storici e socio-culturali, si è innovata attraverso tecnologia e design. Da piccola realtà marchigiana è divenuta un grande gruppo internazionale, leader nel settore dell’illuminazione architetturale. Un patrimonio culturale e storico di grande valore, documentato nell’Archivio dell’azienda: nato nel 1995, delinea esattamente l’identità del brand e offre uno spaccato del design e della cultura d’impresa italiani. Ma a testimoniare la vision di iGuzzini, che vede la luce come mezzo di innovazione sociale, perché capace di creare luoghi più sicuri, aggreganti, confortevoli, e di determinare l’umore delle persone, i colori e le forme della natura e delle opere d’arte, c’è anche un percorso emozionale tra Recanati, Macerata e Loreto in cui la luce, firmata iGuzzini, è perfettamente integrata nel contesto, generando connessioni tra le persone e i paesaggi, la storia, la letteratura e il design.

Recanati è Giacomo Leopardi e non potrebbe essere altrimenti. Ma il paese, seppure impregnato della figura del poeta, conserva un fascino proprio, costruito su una storia millenaria. Un percorso segnalato conduce al Monte Tabor, dove su un alto muro campeggia il verso “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”, che palesemente ricorda che questo è il Colle dell’Infinito. È qui che il premio Oscar Dante Ferretti ha ideato una scenografia luminosa, caratterizzata da una romantica luce lunare, per esaltare il valore paesaggistico del luogo e la carica suggestiva delle poesie leopardiane. Il celebre idillio “L’Infinito” è ambientato proprio in questi spazi, nella porzione di colle occupato dall’Orto delle Monache, restituito alla sua storica natura grazie a un progetto donato al FAI dall’architetto Paolo Pejrone.

Macerata è una città a misura d’uomo, e il suo fascino lo si scopre passeggiando per il nucleo antico, a forma di trapezio allungato e ancora in parte cinto da mura quattro-cinquecentesche.   Qui l’amministrazione comunale ha attuato un “Piano per la Bellezza”, progetto affidato all’Accademia delle Belle Arti di Macerata e in cui rientra una revisione dell’illuminazione della città a partire da alcuni punti nevralgici come lo Sferisterio – la cui nuova illuminazione è stata inaugurata lo scorso anno in occasione dell’apertura della stagione di Macerata Opera Festival – e Piazza della Libertà.

Infine Loreto. A Loreto si arriva da pellegrini, non da turisti, solitamente. Ma qualsiasi ruolo abbiate, verrete catturati dalla spiritualità del luogo e dalla concentrazione di opere d’arte di rara bellezza. Si va dritti alla Basilica, con la sua cupola enorme, terza in Italia per grandezza dopo quelle di San Pietro e Santa Maria del Fiore, e con un ciclo pittorico definito l’opera sacra europea più impegnativa fra Otto e Novecento. Al suo interno preziose sagrestie, la sala del Tesoro e la Santa Casa, con un rivestimento marmoreo disegnato da Bramante. Mentre la facciata, in stile tardo-rinascimentale, è valorizzata dalla nuova illuminazione inaugurata a dicembre 2019 in occasione del Giubileo Lauretano.

Poltrona Frau

Renzo Frau, classe 1881 e di origine sarda, nel 1912 crea a Torino il laboratorio artigianale Poltrona Frau. Un luogo che non è solo polo produttivo, ma anche un punto di incontro per artisti e intellettuali, uno spazio in cui nascono idee e si realizzano progetti. I successi si susseguono uno dietro l’altro e le poltrone Frau arredano palazzi d’epoca e sale reali, facendo dell’azienda uno status symbol.

Cinquant’anni dopo Poltrona Frau viene acquisita dal gruppo Nazareno Gabrielli e trasferita a Tolentino, nel cuore delle Marche, centro nevralgico delle imprese manifatturiere specializzate nella lavorazione della pelle, diventando un vero e proprio polo di riferimento nel settore dell’arredamento di alta gamma.

Poltrona Frau oggi è espressione concreta del vivere contemporaneo, che si traduce in un modello senza tempo, in grado di accogliere l’universo valoriale del passato e adattarlo rapidamente al futuro.  Un universo e una storia custoditi al Poltrona Frau Museum, disegnato dall’architetto Michele De Lucchi. Inaugurato nel 2012 in occasione del centenario del brand, è uno spazio espositivo in cui scoprire la storia del marchio e parallelamente l’evoluzione dello stile dell’abitare, attraverso arredi antichi, grafiche, foto storiche e documenti di archivio.

Dopo il museo, c’è Tolentino, tutta da visitare: adagiata su un terrazzo naturale nella media valle del Chienti, la cittadina medievale conserva emergenze storiche e architettoniche davvero importanti. Una su tutti la basilica di San Nicola, uno dei più importanti santuari del centro Italia.

Ospitato nel monumentale Palazzo Sangallo, è il MIUMOR, il Museo Internazionale dell’Umorismo dell’Arte, riconosciuto universalmente come riferimento per tutti gli artisti stranieri, gli studiosi e gli appassionati della cultura umoristica. Circa 4000 opere originali tra disegni, dipinti, sculture, stampe e incisioni, hanno la firma dei più celebri maestri della caricatura e dell’umorismo internazionale dall’Ottocento ai giorni nostri, da Dudovich a Garretto, da Steinberg a Folon e ancora Eugenio Colmo “Golia” (illustratore di Poltrona Frau), Nino Caffè, Ronald Searle, Ivo Pannaggi. È proprio Pannaggi a inserirsi negli anni ’20 nella corrente artistica e architettonica Futurista, prima, e Bauhaus dopo. Proprio quando anche Poltrona Frau inizia ad affermarsi, anche utilizzando, a partire dagli anni ’30, grafiche in linea con il pensiero futurista. Di Pannaggi, artista e architetto maceratese di estrema avanguardia, il settecentesco Palazzo Buonaccorsi di Macerata, oggi sede dei Musei civici, conserva una delle sue massime espressioni: gli arredi di Casa Zampini, carichi di valenze emotivo-psicologico nonché simboliche.

Articolo redatto in collaborazione con 

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