Bracco e la sua la memoria storica tra due quartieri pop generatori di iniziative artistiche e culturali

L’industrializzazione di Lambrate

Da periferia agricola a nuovo borgo industriale in poco più di un lustro. Tanto è durato il processo di industrializzazione di Lambrate, cominciato quando il quartiere era comune autonomo, nel 1897, con la nascita della Gola. Nel 1898 arriva la Bombelli, nel 1923 la De Nora.

Lambrate viene aggregato al comune di Milano, ma il proliferare di fabbriche non cessa. Anzi. L’Innocenti apre i battenti nel 1933, mentre nel dopoguerra si aggiungono la Cinelli, nel 1947, la Faema nel 1952 e la Bracco nel 1953.

Lambrate diventa così il 2° polo industriale di Milano.

Negli anni ’70, con la crisi dell’Innocenti, il tessuto industriale del quartiere comincia a disgregarsi.

 

Lambrate: da quartiere industriale a polo della creatività

Primi anni Duemila. L’installazione site-specific di Patrick Tuttofuoco (quel “LUNA” al neon su un edificio all’angolo tra via Ventura e via Massimiano) suggella l’ingresso nell’orbita della rigenerazione urbana di Lambrate. L’eredità post industriale nelle architetture e la nascita di laboratori di artisti, designer, architetti e creativi di ogni genere, gallerie, spazi culturali, lo designano come la Brooklyn o la Kreuzberg milanese.

Poi è arrivata la Design Week: Lambrate è esploso, per tredici anni è stato un glorioso distretto del design, prima con il nome Ventura Lambrate, poi con Lambrate Design District.

Il quartiere ha saputo cavalcare le onde che l’hanno attraversato ed è ancora oggi uno dei quartieri meneghini più attrattivi. Eclettico e poliedrico, multiculturale, brulicante di iniziative artistiche e culturali, locali, spazi di aggregazione e musei, boutique vintage.

Ed è proprio in questo vibrante fazzoletto di Milano che nel 2022 Bracco, azienda leader nella diagnostica per immagini, inaugura il nuovo headquarter a Lambrate, luogo dove affonda le sue storiche radici.

 

Ortica: tutti i colori di Milano est

Baluardo della Resistenza, al confine con Lambrate si dipana l’Ortica, quel piccolo quartiere dove un tempo c’erano gli orti. Poi sono arrivati gli operai ad abitare due blocchi di case popolari a ridosso della ferrovia. Popolare fino al midollo, è rimasta tale anche dopo i progetti di riqualificazione urbana. Partiti dalla storica Balera e continuando con l’area dell’ex fabbrica Richard Ginori, che oggi accoglie loft di artisti e nuovi creativi, fino alla grande opera corale del collettivo Orticanoodles, i murales che donano al quartiere colore e memoria. Ci sono il Muro dei lavoratori, il Muro delle grandi donne del Novecento, il Muro del partigiano e del vescovo, il Muro della cooperazione, il Muro degli antifascisti e dei deportati politici, il Murale dello sport, il Muro delle migrazioni e l’ultimo, in ordine di arrivo, il Muro dei Diritti.

 

Bracco: la storia

Elio Bracco, fervente irredentista, che aveva pagato il suo patriottismo con due anni di detenzione nel carcere austriaco di Graz, fonda a Milano il 1° giugno 1927 la “Società Italiana Prodotti E. Merck – Anonima”, con sede in piazzale Susa. Il 23 novembre del 1931 grazie alla crescita degli ordinativi e la parallela assunzione di nuovo personale, viene inaugurato un nuovo stabilimento in via Renato Fucini.
Nel 1934, dopo la laurea in Chimica e Farmacia all’Università di Pavia e un periodo di studio e formazione presso la Merck di Darmstadt, viene assunto Fulvio Bracco, figlio di Elio.
La Seconda guerra mondiale rende difficili le cose e impedisce di fatto la produzione fino alla fine del conflitto. Fulvio Bracco non si perde d’animo e nel 1949 cominciano i lavori di costruzione, affidati all’architetto Giordano Forti, del nuovo stabilimento di produzione a Lambrate su una superficie di 50 mila metri quadrati, da cui è partita la crescita di Bracco in Italia e nel mondo.
Negli anni ’50 il legame virtuoso tra l’imprenditore Fulvio Bracco e lo scienziato Ernst Felder, chimico e direttore della ricerca Bracco, ha condotto l’impresa a essere leader mondiale nel campo dei mezzi di contrasto per la diagnostica medica, una disciplina essenziale per la prevenzione e per la salute delle persone. Punta di diamante fu una molecola innovativa, lo Iopamidolo (B 15000), un mezzo di contrasto non ionico, pronto all’uso e sicuro.
Da allora la ricerca Bracco non si è più fermata, come dimostrano i tanti prodotti innovativi nel campo della Risonanza Magnetica, dell’Ultrasonografia, della Radiomica e della Medicina Nucleare.
Gli anni che vanno dal 1980 al 2000 rappresentano il periodo dell’internazionalizzazione del Gruppo, che vede protagonista Diana Bracco, attuale Presidente e CEO, con l’affermazione sui mercati mondiali grazie a prodotti all’avanguardia per ogni tipo di diagnostica per immagini.

L’Archivio Storico Bracco

Nel gennaio del 1998, su iniziativa di Diana Bracco, Presidente e CEO del Gruppo, prende avvio il progetto per la realizzazione dell’Archivio Storico aziendale con l’obiettivo di valorizzare tutta la documentazione utile per ricostruire la storia della Società e l’attività di ricerca scientifica. Da allora l’archivio ha ampliato il suo patrimonio avviando anche la digitalizzazione di molti documenti.

In occasione del 95° anniversario della nascita del Gruppo, celebrato nel 2022, l’Archivio Storico Bracco si apre a tutto il mondo, dando vita a un sito web bilingue con centinaia di video, foto e documenti inediti da scoprire. Questo incredibile viaggio nel tempo è strutturato in cinque diverse sezioni: Famiglia, Azienda, Innovazione, Sostenibilità e Cultura. Apertura internazionale, innovazione, responsabilità d’impresa, mecenatismo e attenzione all’ambiente fanno del resto parte del DNA della famiglia e del Gruppo Bracco. Valori forti che l’Archivio Storico, ora anche digitale, custodisce e tramanda alle nuove generazioni.

Articolo redatto in collaborazione con

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