Ci racconta la sua esperienza personale e qual è stato il suo contributo all’interno di Museimpresa?

Conservo un bellissimo ricordo del Periodo da Presidente di Museimpresa e in generale di tutti questi vent’anni, grazie anche allo stupendo staff che ci ha accompagnato. L’ associazione, che non ha eguali in Europa, fu voluta con molta determinazione da Carlo Camerana che ricoprì il ruolo di primo presidente. Erano anni in cui il fenomeno di istituire fondazioni e musei incentrati sulla cultura del saper fare era in ascesa, era un modo, per le aziende italiane, di costruire e mantenere un dialogo con il territorio e con la comunità di appartenenza. Durante la mia presidenza, nel 2017, l’accordo tra Museimpresa e il MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali), sancì l’integrazione dei musei e degli archivi aziendali nel Sistema Museale Nazionale, riconoscendo quindi i musei aziendali come modello museale contemporaneo.

 

Come la diffusione di Internet e delle nuove tecnologie ha rivoluzionato in questi 20 anni, dal 2001 al 2021, i musei e gli archivi d’impresa?

Le rivoluzioni tecnologiche sono importanti, si tratta di una strada necessaria da percorrere. La tecnologia permette agli archivi e ai musei di strutturarsi in reti connesse, di aumentare i momenti di studio, collaborazione e confronto, anche se distanti e anche in periodi come questo in cui è difficile trovarsi fisicamente. I musei e gli archivi d’impresa sono diffusi su tutto il territorio italiano, Internet permette anche a un pubblico più lontano di raggiungerli e di fruire dei loro contenuti. Ogni museo, ogni archivio definirà la propria strada all’interno del mondo digitale, sfruttando le tecnologie secondo la propria specificità.

 

Che ruolo hanno gli archivi e i musei d’impresa all’interno delle aziende in questo momento?

Archivi e musei sono importanti per le aziende per il loro valore strategico. Un’ impresa che vuole essere competitiva deve avere “Le radici e le ali”, per usare un’espressione del sociologo tedesco Ulrich Beck. Questa frase ben simbolizza cosa rappresentano un museo o un archivio per l’impresa, sono le radici, le fondamenta che permettono ad un’azienda di mantenersi vitale, un punto di partenza per andare lontano. La competitività di un’impresa non è data solo dalla proiezione verso l’estero ma è dimostrata soprattutto dal radicamento nel proprio territorio e nella comunità di riferimento come dimostrano anche recenti importanti ricerche.

 

Come rafforzare il dialogo tra Museimpresa e le altre organizzazioni museali e, più in generale, culturali?

L’Italia ha un ricchissimo patrimonio storico culturale, gli scambi di esperienze tra musei classici e musei d’impresa sono indispensabili per condividere le competenze e per realizzare importanti iniziative e collaborazioni in ottica di valorizzazione reciproca. Anche sul versante del turismo, che negli ultimi anni si è specializzato in diversi settori, si è sviluppato il turismo industriale che coinvolge anche i musei e gli archivi d’impresa.

 

Cosa si aspetta per il futuro dell’Associazione?

Mi aspetto, e ne ho la certezza, che il processo di sviluppo dell’Associazione, iniziato anni fa, prosegua ulteriormente, senza mai dimenticare ciò che l’antropologo Ernesto De Martino diceva, se vuoi essere cittadino del mondo devi sempre avere il tuo villaggio nel cuore. Quindi mi auguro che la voglia di associazionismo, di raccontare la propria storia, di positiva contaminazione dimostrata fino ad ora da parte di molte imprese rimanga e si diffonda senza perdere l’autenticità inziale.