Il Gruppo chimico-farmaceutico celebra il suo 95° anniversario annunciando il rientro nella sede di via Folli a Milano. Da lì, nel Dopoguerra, partì la crescita globale di uno dei grandi protagonisti del Made in Italy. Un’epopea imprenditoriale nel campo delle Life Sciences e dell’imaging diagnostico, che ora il sito dell’Archivio Storico digitale Bracco racconta con un avvincente storytelling.

 

Il Gruppo Bracco, leader globale nell’imaging diagnostico, con oltre 3.700 dipendenti, un fatturato di circa un miliardo e 700 milioni di euro e investimenti in attività di R&I pari al 10% dei ricavi, compie 95 anni. Il 1° luglio del 1927, in uno stabile di Piazzale Susa a Milano, nasceva infatti la società commerciale farmaceutica con 17 dipendenti fondata da Elio Bracco, di origine istriana, patriota e fervente irredentista.

“Siamo davvero orgogliosi dei risultati ottenuti in questi 95 anni da quattro generazioni della nostra famiglia e da una straordinaria comunità di collaboratori”, afferma Diana Bracco, Presidente e CEO del Gruppo. “Un successo conseguito investendo sempre nell’azienda e puntando con coraggio e costanza su ricerca e innovazione, con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone attraverso prevenzione d’avanguardia e diagnostica di precisione”.

Quella di Bracco è una storia emblematica del Made in Italy nel campo delle Life Sciences, che ora viene raccontata al mondo grazie all’Archivio Storico digitale, anche in lingua inglese, disponibile all’indirizzo www.archiviostoricobracco.com. Un sito dove si può scoprire anzitutto l’epopea imprenditoriale del Cavaliere del Lavoro Fulvio Bracco che, insieme a Leopoldo Pirelli e Adriano Olivetti, è stato tra i grandi pionieri dell’industria italiana del Dopoguerra. Un incredibile viaggio nel tempo suddiviso in 5 sezioni – Famiglia, Azienda, Innovazione, Sostenibilità e Cultura – ricco di documenti, foto inedite, storie e podcast da ascoltare da cui emergono i valori forti che rappresentano il patrimonio genetico di Bracco.

“L’heritage è per le aziende una leva strategica”, spiega Diana Bracco, “un elemento che le rende uniche e le distingue dai concorrenti. Sul corporate heritage è giusto investire anche perché rafforza l’identità e la cultura d’impresa, cementa il senso di appartenenza e l’engagement delle persone e fornisce una bussola per l’agire di domani. La storia, si sa, plasma il futuro, ed è per questo che dico sempre ai giovani che devono avere memoria di cosa è accaduto prima di loro per poter tendere al cambiamento e a un miglioramento continuo”.

A questo riguardo, la Presidente Bracco ricorda un passaggio dell’autobiografia di suo padre: “Con la fine del conflitto mondiale”, scriveva Fulvio Bracco, “eravamo ridotti molto male, mancavano materie prime e prodotti. Difficili prove ci attendevano, ma abbiamo saputo superarle e trovare la via per un futuro di crescita dell’azienda”. Un messaggio di fiducia ancora oggi di grande attualità per le imprese, che stanno affrontando con coraggio i drammatici effetti combinati della guerra in Ucraina, della crisi energetica e della lunga pandemia.

In occasione di questo 95° anniversario, il Gruppo Bracco ha annunciato il ritorno nello storico sito di Lambrate, il cui recupero architettonico è quasi concluso. Un vero ritorno al futuro.  “Lì abbiamo le nostre radici”, sottolinea Diana Bracco, “certo abbiamo fatto una scelta affettiva, ma abbiamo anche preso una decisione strategica all’insegna della sostenibilità: quella di privilegiare l’uso del sito preesistente al consumo di nuovi suoli. Una scelta a favore della tutela dei green field che nei decenni scorsi avevamo già messo in pratica nei nostri stabilimenti e laboratori di Ceriano Laghetto a circa 30 km da Milano e di Torviscosa in Friuli”.

Per quanto riguarda la sostenibilità, il nuovo headquarter di via Folli, di quasi 10mila mq, sarà tutto all’insegna dell’efficienza e del rispetto per l’ambiente. Dotato di Certificazione Leed Gold, avrà una facciata isolante ad alte prestazioni, soluzioni tecnologiche all’avanguardia, fonti energetiche rinnovabili, un ridotto impatto degli impianti e una significativa piantumazione di nuovi alberi.

“La scelta di recuperare il passato è una sfida che risponde alle esigenze del futuro: la sostenibilità, l’innovazione e la valorizzazione delle persone. Valori fondanti della nostra cultura”, afferma Fulvio Renoldi Bracco, Vicepresidente e CEO di Bracco Imaging. “Partendo dalla volontà di rispettare l’ambiente, abbiamo creato un luogo di lavoro innovativo e dinamico per scrivere un nuovo capitolo di una storia di successo imprenditoriale. Consapevoli che tutto questo si tradurrà in un miglior servizio alla nostra comunità. Rispondere al futuro vuol dire anche guardare ai giovani talenti e sostenerli nella loro crescita professionale, certi che saranno poi loro a diffondere i valori di Bracco”.

 

All’evento “Bracco: Ritorno al futuro”, che si è svolto nel Teatrino di Fondazione Bracco in via Cino del Duca a Milano e che è stato moderato da Alessandro Cannavò del Corriere della Sera, hanno partecipato, oltre a Diana Bracco e a Fulvio Renoldi Bracco, Guido Guerzoni, Professore di Museum Management all’Università Luigi Bocconi, l’architetto partner di General Planning Francesco Prennushi e il Presidente di Assolombarda Alessandro Spada.

Nell’ambito delle celebrazioni per il suo 95° anniversario, Bracco ha inoltre organizzato una serata speciale al Teatro alla Scala riservata ai propri dipendenti. In cartellone l’opera “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa, melodramma giocoso in tre atti: un progetto dell’Accademia scaligera con la regia di Irina Brook e l’Orchestra diretta da Ottavio Dantone. “Il Gruppo Bracco è da sempre parte integrante del tessuto economico e sociale in cui agisce”, conclude Diana Bracco. “Per questo puntiamo – anche con i progetti della nostra Fondazione che, ad esempio, è Socio fondatore dell’Accademia del Teatro alla Scala – sulla sostenibilità, sulla responsabilità sociale, e sulla diffusione della cultura quale strumento di un armonico progresso umano. Perché scienza e bellezza sono due aspetti del medesimo impegno”.

 

L’ARCHIVIO STORICO BRACCO DIVENTA DIGITALE E ARRIVA IN RETE

Nel gennaio del 1998, su iniziativa di Diana Bracco, prende avvio il progetto Archivio Storico aziendale con l’obiettivo di individuare, recuperare, inventariare, conservare e valorizzare tutta la documentazione utile per ricostruire l’attività di ricerca scientifica e la storia della Società. Da allora l’Archivio Storico Bracco ha ampliato il suo patrimonio avviando anche la digitalizzazione di molti documenti.

Ora, in occasione del 95° anniversario della nascita del Gruppo, l’Archivio Storico Bracco si apre a tutto il mondo, dando vita a un sito web bilingue con centinaia di video, foto e documenti inediti da scoprire. Uno storytelling innovativo e digitale che racconta l’epopea di uno degli storici marchi del Made in Italy e l’avventura imprenditoriale della famiglia Bracco. Storie avvincenti che possono essere anche ascoltate con un semplice click, così come tutte le numerose testimonianze audiovisive. Da quella sull’amicizia tra il capitano d’industria Fulvio Bracco e lo scienziato Ernst Felder alla Iopamidolo Revolution, dall’avvio delle attività nella sede di Piazzale Susa alla nascita del grande sito produttivo Bracco di Lambrate, fino al concretizzarsi del sogno americano e alla conquista dei mercati di tutto il mondo. Ma sul sito, realizzato dalla società Promemoria di Torino, ci sono anche storie personali come quella delle lettere dal carcere del patriota Elio Bracco, e quella dell’amore sbocciato nella facoltà di Chimica a Pavia tra Fulvio Bracco e Anita Coppini, diventata in seguito sua moglie.

Questo incredibile viaggio nel tempo è strutturato in cinque diverse sezioni: Famiglia, Azienda, Innovazione, Sostenibilità e Cultura. Apertura internazionale, innovazione, responsabilità d’impresa, mecenatismo e attenzione all’ambiente fanno del resto parte del DNA della famiglia e del Gruppo Bracco. Valori forti che l’Archivio Storico, ora anche digitale, custodisce e tramanda alle nuove generazioni.

Ma cosa si può trovare in questo enorme patrimonio a disposizione anche delle migliaia di persone che lavorano per Bracco in oltre 100 paesi del mondo? Complessivamente nell’archivio sono conservati oltre diecimila documenti tra corrispondenza, scritture sociali, comunicati stampa, pubblicazioni e attività culturali. Inoltre, ci sono duemila ricerche tra sperimentazioni cliniche, registri e analisi di laboratorio e progetti; altrettanti brevetti; quattromila disegni tecnici e planimetrie degli stabilimenti Bracco nel mondo; duemila materiali pubblicitari a iniziare da quelli del Cebion lanciato in Italia nel 1934. Per ciò che riguarda il materiale fotografico e multimediale l’Archivio Storico digitale Bracco offre centinaia di video, registrazioni audio e oltre cinquemila fotografie, che testimoniano quasi un secolo di storia della famiglia Bracco e dell’azienda, permettendo di dare uno sguardo sul passato e sul futuro della diagnostica per immagini, la scienza del “vedere dentro” che ha rivoluzionato il mondo di medici e pazienti.

Tra i gioielli dell’Archivio Bracco spiccano in particolare: l’atto costitutivo della Società; i libri matricola e i fascicoli personali dei dipendenti a partire dal 1° luglio 1927; i primi house organ sfogliabili pagina per pagina; i decreti di registrazione delle specialità medicinali in Italia e all’estero a partire dal 1929; i brevetti, i quaderni di laboratorio e documentazione sulla ricerca Bracco (Libri B); i repertori e listini prezzi, cartoline, dépliant e materiali pubblicitari, schede tecniche e pieghevoli a partire dagli anni Trenta; i materiali di confezionamento di prodotti Bracco commercializzati in Italia e all’estero a partire dagli anni Settanta; articoli estratti da riviste scientifiche su prodotti Bracco a partire dagli anni Cinquanta; brochure istituzionali; documenti relativi a iniziative scientifiche e culturali Bracco e/o in collaborazione con altri enti; i disegni tecnici e le planimetrie degli stabilimenti Bracco a partire dagli anni Cinquanta e della prima sede di via Fucini a Milano; i documenti inerenti l’internazionalizzazione di Bracco; gli archivi del CDI – Centro Diagnostico Italiano.

Da segnalare, infine, che nel 2007 l’Archivio Storico Bracco è stato riconosciuto di “notevole interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia con la seguente motivazione: “L’Archivio Storico del Gruppo Bracco è d’interesse particolarmente importante per ricostruire la storia della farmaceutica italiana e milanese in particolare”. Si tratta del massimo riconoscimento pubblico per un archivio privato nel nostro Paese. Nel 2012 l’Archivio Bracco è poi entrato a far parte di Museimpresa, l’Associazione Italiana dei Musei e Archivi d’Impresa promossa da Assolombarda e Confindustria. 

Anche se oggi si fatica a crederlo, nel fiume Lambro, nel Dopoguerra, si pescavano gamberi. E in via Folli sorgeva un’osteria, chiamata appunto “Il Gambero”. Per sottolineare il legame con Lambrate, il papà di Diana Bracco decise, all’epoca della costruzione del sito produttivo, di salvare quel piccolo pezzo di storia del quartiere. Le cascine del “Gambero”, conservate e ristrutturate, oggi sono state integrate nel nuovo headquarter di Bracco, e ospiteranno la mensa e la Biblioteca aziendale. Un’immagine grafica del “Gambero” è stata scelta come homepage del nuovo sito dell’Archivio Storico digitale.

www.archiviostoricobracco.com

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