CUSTODIRE LA MEMORIA E LA TRADIZIONE DELLE AZIENDE ITALIANE PER GUARDARE AL FUTURO IN OTTICA DI SVILUPPO SOSTENIBILE: i valori dei primi vent’anni di Museimpresa

 

“Tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. In questa frase di Gustav Mahler è racchiusa la mission di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’impresa, che proprio il 15 ottobre compie 20 anni.

Con l’occasione si è tenuto presso CUBO, Museo d’Impresa del Gruppo Unipol, il seminario annuale di Museimpresa intitolato “Archivi e musei d’impresa: attori fondamentali per la ripresa e lo sviluppo sostenibile”. Al centro del dibattito la conservazione e la valorizzazione della memoria e della tradizione delle aziende italiane per guardare alla ripartenza nel contesto dello sviluppo sostenibile.

Una memoria e una tradizione industriale che sono sapientemente custodite, valorizzate e comunicate da Museimpresa e dai 109 soci e sostenitori istituzionali – musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane su tutto il territorio nazionale – che hanno deciso di salvaguardare e valorizzare il loro patrimonio archivistico e storico come chiave di testimonianza unica per raccontare l’evoluzione sociale, economica e politica del paese.  Museimpresa – caso unico a livello europeo – nasceva vent’anni fa, il 15ottobre 2001, con un obiettivo ben chiaro: promuovere e valorizzare le imprese che scelgono di privilegiare il racconto del saper fare e concepiscono la cultura d’impresa, tra testimonianza e innovazione, come strumento di sviluppo economico e come valore qualificante per l’azienda quale attore sociale responsabile.

Sviluppo economico che ora è indispensabile considerare legato da uno sviluppo sostenibile, ambientale e sociale, da costruire attraverso la condivisione virtuosa di informazioni, competenze e buone pratiche, come hanno ricordato i relatori intervenuti nel corso dei lavori.

“Negli archivi e nei musei delle imprese italiane è custodito e raccontato il patrimonio della sapienza manifatturiera e della qualità dei servizi, ancora oggi motore di sviluppo sostenibile e cardine d’una diffusa cultura economica, sociale e civile” – così apre i lavori il Presidente di Museimpresa Antonio Calabrò“E sono proprio gli archivi e i musei d’azienda a lavorare sulla custodia della memoria come leva di consapevolezza storica e di rilancio dei valori delle imprese. Luoghi ponte tra passato e futuro, dove si incrociano competenze e conoscenze, si definiscono sistemi di relazione tra le persone, si crea innovazione, nascono nuovi materiali e nuovi brevetti. Nei musei e negli archivi d’impresa è raccontata la storia passata, senza nostalgie, ma come motore di trasformazione. L’identità delle imprese italiane, infatti, dimostra che si può innovare senza mai perdere di vista la tradizione e anzi, meglio, facendo proprio della tradizione una leva robusta della competitività e del cambiamento”.

Dopo il saluto di Vittorio Verdone, Direttore Corporate Communication e Media Relation Gruppo Unipol, i lavori del seminario hanno visto l’intervento di Franco Mosconi – Professore di Economia e Politica Industriale all’Università di Parma, sull’importanza della conservazione della vocazione manifatturiera dell’Italia. “Il post-pandemia e la ricostruzione che si sta piano piano realizzando, deve servire a far comprendere in tutta la sua centralità il ruolo economico, sociale, civile dell’impresa, che è un motore di innovazione da tutti i punti di vista. Come ben sappiamo, i musei e gli archivi “conservano” la memoria di ciò che le imprese hanno fatto per rendere grande il capitalismo italiano e oggi possono aiutare per proiettare verso il futuro questa memoria”.

A seguire, l’intervento di Chiara Paolino – Professoressa di Organizzazione Aziendale all’Università Cattolica di Milano. “Il museo può configurarsi come il luogo del ricordo e della formazione di un patrimonio che proiettano l’impresa nel futuro, nella possibilità di essere innovativa, sostenibile e inclusiva nei confronti delle comunità di riferimento. Conservare e tutelare il prodotto, i processi e la cultura che l’impresa sviluppa nel tempo, insieme alla relativa attività di promozione: tutte queste azioni rendono il museo di impresa un luogo organizzativo prezioso e peculiare”.

Del ruolo della sostenibilità come protagonista nella costruzione del futuro ha parlato Ermete Realacci – Presidente Fondazione Symbola. “Nel nostro Paese, la realtà e la prospettiva della sostenibilità incrociano alcune caratteristiche del modello produttivo italiano, della nostra società, della nostra identità. La spinta verso la qualità e la bellezza è legata intimamente all’innovazione e coesione sociale: è questa la nostra chiave produttiva, in tutti i settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca”.

Ha chiuso i lavori Pierluigi Stefanini – Presidente Gruppo Unipol.

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